Visione in Condizioni Difficili

articolo pubblicato sulla rivista Il Falco N.3 - Gennaio - Febbraio 2004 e su www.ecplanet.com

Il punto principale e più importante del Sistema di metodi escogitato da W.H.Bates per guarire la vista è indiscutibilmente il rilassamento della mente, come ricuperarlo e non perderlo. Esiste non di meno un aspetto del sistema, trascurato e misconosciuto, che al rilassamento è strettamente collegato, ovvero la visione in condizioni difficili. Le “condizioni difficili” possono essere di ogni grado e tipo. Il miope che non riesce a vedere a un metro di distanza, l'ipermetrope che deve allontanare il giornale a un metro per poterlo leggere, la persona con vista normale che non riesce a guidare di notte perché i fari delle altre macchine lo accecano, l’astigmatico che deforma le linee diritte, le curve o le diagonali di un oggetto a qualsiasi distanza… L'elenco potrebbe essere infinito. Quel che conta è che per ciascuno di questi soggetti la condizione visiva presenta un certo grado di difficoltà, soggettivo e non obiettivo, che non è facilmente misurabile, almeno con i metodi di indagine oggi disponibili.

Guardare la tabella di Snellen dall'ottico o dal medico che ti esamina per la patente di guida non è un compito privo di stress. L'ansia affiora, la paura di non riuscire emerge, e tutto ciò si riflette sulla mente, su quella parte della mente che si occupa di ricostruire l'immagine, e infine sull'occhio. A questo punto in genere si commette un'errore capitale, cioè cominciare a sforzarsi per vedere meglio, facendo dei tentativi che aggiungono all'ansia lo sforzo. Ciò genera altra tensione che manda in corto circuito tutto il processo visivo, che così fallisce il suo scopo. È da notare che l'errore, anziché essere corretto, viene ripetuto ogni volta che si ripresentano le stesse modalità di visione in condizioni critiche, creando così un circolo vizioso da cui non è facile uscire.

Cosa fare per evitare di ripetere l'errore di sforzarci per vedere meglio e ricuperare quindi il rilassamento e la vista perfetta? Il Dott. Bates si accorse che alcuni soggetti non riuscivano a leggere, per esempio, un giornale, ma erano capaci, senza difficoltà, di compiere gesti molto più difficili per altri, come infilare un filo di cotone in un ago o distinguere cose del proprio mestiere che altri non avrebbero mai notato se non dopo un lungo periodo di allenamento. Egli notò che questi soggetti avevano una familiarità con questi compiti derivante da una lunga pratica. Si accorse anche che questi compiti venivano eseguiti in assoluta tranquillità e sicurezza, con il massimo grado di rilassamento.

Nessuna attività umana si può imparare se si è in uno stato di tensione. Immaginate una classe scolastica dove il maestro spiega la sua lezione e gli alunni, lungi dal dedicare attenzione alle sue parole, comincino a schiamazzare! Immaginate un atleta impegnato ad apprendere una tecnica particolare, in qualsiasi sport, che contemporaneamente parli con la fidanzata o con i tifosi o si preoccupi del proprio stipendio! In sostanza, per apprendere qualcosa è necessario il rilassamento e la tranquillità, così come per qualsiasi altra attività mentale, come la memoria, l'immaginazione e la visione. Il miglioramento della salute generale di cui il Dott. Bates è stato testimone in molti casi, si spiega solo in questo modo: arrivando al rilassamento la mente ritorna a funzionare al massimo livello in tutti i campi e raggiunge lo stato di centrale fissazione, che è indispensabile a sua volta per il perfetto funzionamento di tutto l'organismo.

Ma ci si può rilassare se ogni minimo evento causa una tensione emotiva? No, è impossibile, ma Bates pensò che allenarsi costantemente in condizioni difficili ma senza sforzo avrebbe, con la familiarità, spezzato l'ansia e cessato i tentativi forzosi per vedere. Così curò molti casi di fotofobia, con complicazioni molto gravi, facendo guardare il sole direttamente, anche se gradualmente, fino ad arrivare all'assenza totale di fastidio; consigliò a miopi ed ipermetropi di guardare i caratteri microscopici a luce bassa, alta e normale, a distanze brevi e lunghe; consigliò la lettura quotidiana della scheda di Snellen, che per molti è un incubo. Egli fece l'esatto contrario di quel che fanno gli oculisti e i cosiddetti “educatori visivi” tutt'ora: consigliò di ricercare le condizioni difficili, familiarizzare con esse e guarire! Il massimo che potete ottenere da un medico odierno è un qualche insieme di consigli che servono poco e niente, o sono proprio dannosi, come il suggerimento di evitare la stampa minuta, di evitare di leggere a luce bassa, alta e alla luce del sole, alla luce del neon, sdraiati sul letto o in treno, di evitare i contrasti improvvisi di luminosità; insomma quello vi suggerirà di evitare tutte queste condizioni “dannose” per l'occhio. Peccato che dopo aver eliminato tutte queste condizioni, vi resti ben poco da fare per leggere qualcosa, se non indossare occhiali e pregare.

Il ribaltamento di questo punto di vista è un fatto di buon senso. Il nostro corpo risponde agli stimoli ripetuti adattandosi efficacemente; è il caso di qualsiasi allenamento fisico in tutti gli sport. Certo, esistono allenamenti buoni e meno buoni, ma in linea di massima essi permettono ad un uomo qualsiasi di elevarsi sopra la media. Un corridore, a prescindere dal suo talento, saprà correre meglio di un uomo comune che non si sia mai allenato a questo scopo. È bello notare che l'uomo comune, se comincerà ad allenarsi, potrà diventare persino più veloce del corridore professionista, perché magari ha in sé doti che possono uscire allo scoperto solo allenandosi. Questo spiega perché alcuni pazienti del Dott. Bates riuscivano a raggiungere capacità visive eccezionali, pur partendo da handicap visivi gravi.

Allenare il corpo richiede la presenza della mente, attenta e partecipe, mentre allenare l'occhio significa in massimo grado allenare la mente, nello stesso identico modo in cui si farebbe per imparare a memoria una poesia o una lezione. Ciò perché l'occhio è un'estensione della mente, come lo sono tutti i sensi: anche l'udito, il gusto e l'olfatto, e il tatto, consentono alla mente di percepire tutto l'insieme fisico dell'esistenza. I sensi servono alla mente per tastare l'ambiente, che deve poi essere percepito dalla mente, che deve svolgere questo compito in condizione di rilassamento totale. I metodi di Bates non sono un allenamento fisico, ma vi incoraggiano a porvi davanti alle vostre difficoltà e ad affrontarle senza tensione, senza ansie né paure. Vi allena a riconoscerle e a superarle familiarizzando con esse. Avere familiarità con la difficoltà visiva tende ad eliminare lo sforzo e ad indurre il necessario rilassamento.

Ecco perché Bates afferma che in un anno tutti i difetti visivi non complicati vengono eliminati automaticamente tramite la semplice osservazione della scheda di Snellen, perché essa diviene un oggetto “optimum” e un simile oggetto deve per forza di cose esservi familiare. Questo da solo è già sufficiente. Chi è venuto dopo Bates, ritenendo – da ignorante – la scheda Snellen troppo fredda e noiosa, ha cercato di eliminarla, sbagliando in pieno. Quanto più un oggetto è noioso e complicato da osservare, tanti maggiori benefici se ne possono ricavare, proprio perché l'oggetto deve essere osservato senza tensione né sforzo per vedere. La scheda di Snellen, il sole, i caratteri microscopici, gli occhiali a foro stenopeico, il monitor del computer, una lampada alogena fortissima, il buio e qualsiasi altra cosa “difficile” da percepire possono aiutarvi, purché usiate i vostri occhi senza tensioni, senza sforzi. Niente può danneggiarvi, tranne lo sforzo per vedere, che invece lo fa in modo subdolo e sempre.

Alcuni mistici raggiungono un grado di tranquillità interiore che è tutto tranne inerzia e passività. Attraverso questo stato di beatitudine riescono a ordinare al loro corpo di effettuare cose incredibili, come il controllo totale del dolore e la normalizzazione di alcune funzioni ritenute involontarie, come il battito cardiaco, la circolazione sanguigna o i muscoli involontari… Cose che la medicina moderna comincia solo ora ad accettare e in parte a spiegare come azione profonda ed energica di una mente rilassata. È la “centrale fissazione della mente” scoperta dal Dott. Bates. Anch'egli riuscì a compiere operazioni senza anestesia insegnando ai suoi pazienti come mantenere la mente nello stato di centrale fissazione, semplicemente insegnando loro come visualizzare un punto nero. Intendiamoci, il punto nero è solo un indicatore dell'assenza di tensione, non la centrale fissazione in sé. Se il punto svaniva, significava solo che il paziente stava ricominciando a sforzare e doveva essere ricondotto allo s tato di rilassamento usando dei ricordi piacevoli e tranquillizzanti.

La via della guarigione è semplice: riconoscere la natura del proprio errore visivo e adoperarsi per affrontarlo al meglio. Non riuscite a leggere il giornale? Guardate stampa minuta senza sforzo per un po’, senza cercare di leggerla, ma solo per familiarizzare con essa, e poi vedrete che la stampa dei quotidiani non è più così ostica. Non riuscite a stare al sole? Osservatelo ogni giorno, gradualmente, senza sforzo, ovviamente dopo aver scartato definitivamente gli occhiali, prima ad occhi chiusi, e poi ad occhi aperti per brevi istanti, e vedrete che non è quello spauracchio che vi hanno sempre detto che fosse. Non riuscite a vedere in lontananza? Immaginatevi scene lontanissime, senza sforzo, e vedrete che la vista segue l'immaginazione e i dettagli lontani saranno una fonte di benessere e di guarigione. Guarire dai difetti visivi è questione di semplicità, di buon senso. È questione di libertà spirituale, di accettare le cose per quello che sono senza desiderare di cambiarle, ma familiarizzando con es se, entrandoci in sintonia, aiutando la mente a ritornare nel suo stato di naturale rilassatezza.

Postato Sabato 18 Settemnbre 2005 da Nicolò


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