La prevenzione della miopia negli scolari

del dottor W. H. Bates

(stampato originariamente sul "New York Medical Journal", 29 giugno 1911, vol. 94, n. 5, pp. 237-238.)


Nel 1903, a Grand Forks, North Dakota, una citta' di 12.000 abitanti, esaminai gli occhi di 1.500 scolari riscontrando miopia nel 6 per cento di essi. Il sovrintendente, Mr. J. Nelson Kelly, era interessato a queste realta' e alle misure di prevenzione. Dietro mio suggerimento, in tutte le aule vennero collocate delle Tabelle di Snellen con le indicazioni per il loro uso. I risultati furono cosi' incoraggianti che il metodo fu impiegato ininterrottamente per otto anni ed e' applicato tuttora. Nel 1910, di 2000 bambini, meno dell'un per cento, era miope.

I bambini venivano sottoposti alla visita nel corso della lezione mentre sedevano ai loro posti.

Dopo aver esaminato la vista di tutti i bambini di una classe, l'insegnante si informo' circa uno dei ragazzi. Risposi che aveva una vista normale, era lento nel leggere le lettere della tabella di prova, ma dopo qualche incoraggiamento aveva letto le lettere piu' piccole che l'occhio normale dovrebbe vedere alla distanza dalla tabella alla quale egli si trovava. La maestra era incredula e sostenne con molta enfasi di essere sicura che il ragazzo fosse miope. Dichiaro' che la sua vista degli oggetti in lontananza era scadente: non riusciva a distinguere le frasi o le figure alla lavagna, non riconosceva le persone distanti ne' vedeva chiaramente le cartine, le tabelle o i grafici alla parete. L'insegnante mi disse che le mie conclusioni erano sbagliate. Ipotizzo' che il ragazzo potesse aver imparato le lettere o che gli fossero state suggerite da un altro scolaro. Chiese che fosse nuovamente sottoposto a verifica. Il secondo controllo fu effettuato attentamente sotto la sua stessa sorveglianza, vennero controllate le possibili cause di errore che ella aveva indicato, e provai che la vista del ragazzo era normale. Subito dopo la maestra mise alla prova la sua vista con la frase sulla lavagna e il ragazzo lesse cio' che ella aveva scritto. Quindi ella aggiunse altre parole e simboli che il ragazzo lesse ugualmente bene. Gli chiese di dirle l'ora da un orologio distante sette metri e mezzo che egli lesse correttamente. Fu una situazione sensazionale. I bambini erano profondamente coinvolti. Io stesso restai impressionato dallo stupore dell'insegnante quando si convinse che la vista del ragazzo era normale

In questa stessa classe, c'erano altri tre casi analoghi che durante il controllo produssero risultati identici. La maestra chiese spiegazioni. Le dissi che quando i bambini guardavano la lavagna o altri oggetti distanti e si sforzavano o tentavano di vedere meglio, mettevano i loro occhi a fuoco su un punto vicino e di conseguenza non potevano vedere chiaramente oggetti lontani: controllandone la vista con la tabella di Snellen, avevo insegnato loro ad usare correttamente gli occhi per la visione da lontano. Per me fu anche interessante scoprire che pochi minuti, impiegati a visitare questi bambini, erano sufficienti ad aiutarli in maniera tale che la loro vista da lontano diventasse normale. Questa maestra d'improvviso si rese conto che il quadro di Snellen era prezioso nella cura e nella prevenzione dei difetti di rifrazione. Dietro sua richiesta, le fu fornita una tabella di prova che venne collocata in permanenza sulla parete dell'aula dove tutti gli scolari, dai loro posti, potevano vederla.

Occhi normali con vista difettosa da lontano

Questo fatto fu dimostrato come segue: il bambino guardava oggetti posti a tre, sei metri o anche piu'. Quando l'oggetto in lontananza era costituito dalla tabella di Snellen posta a tre metri e mentre il bambino leggeva la linea contrassegnata con 10 o aveva una vista normale, il retinoscopio usato simultaneamente, non mostrava alcuna miopia. Ma quando il bambino guardava a tre metri o oltre una figura, una cartina, la scritta sulla lavagna, una persona, un libro o qualche altro oggetto che non gli era familiare, la retinoscopia simultanea mostrava un fuoco vicino su uno o tutti i meridiani, miopia funzionale o astigmatismo miopico. Un risultato esplicito, accomodazione dell'occhio al punto prossimo, veniva sempre osservato quando il bambino compiva uno sforza per vedere oggetti distanti.

Per dimostrare cio' non era necessaria nessuna particolare sperimentazione. Nel corso dello scorso anno, cento persone, che non erano medici, dimostrarono, con l'aiuto del retinoscopio, che tutti gli scolari non accomodano i proprio occhi precisamente per la visione da lontano. I bambini di dieci anni, maneggiavano bene il retinoscopio e mi dicevano prontamente quando l'occhio accomodava per un punto vicino. L'argomento e' cosi' importante che raccomando fortemente a tutti i medici, agli insegnanti e a chiunque sia interessato al benessere degli occhi degli scolari e alla prevenzione visiva, di procurarsi un retinoscopio e di rendersi conto, mediante una dimostrazione pratica, che tutti gli scolari e molti adulti non sempre non sempre mettono accuratamente a fuoco i loro occhi per la vista a distanza. Col fare cio', si otterra' una padronanza della materia che sara' di concreta utilita'. Dietro richiesta di chiunque, un retinoscopio corredato di istruzioni dovrebbe essere inviato gratuitamente.

Come mai la tabella di Snellen si prestava, piu' di altri oggetti distanti, al miglioramento della vista? In realta', essa consentiva agli allievi di accorgersi quando si producevano una tensione inappropriata oppure uno sforzo per vedere. Con altri oggetti in lontananza i bambini avevano maggiori difficolta' a riconoscere una precisa messa a fuoco. Molte persone dalla vista normale credevano erroneamente di poter vedere meglio in lontananza chiudendo parzialmente le palpebre o sforzando gli occhi in altri modi, ma, quando guardavano la tabella di Snellen, d'un tratto si accorgevano che quello sforzo rendeva le lettere sfocate.

Perche' i bambini sforzavano i loro occhi guardando gli oggetti lontani? Essi li sottoponevano a tensione in quanto l'esperienza aveva insegnato loro che per compiere la maggior parte delle cose e' richiesto uno sforzo. Avevano imparato che riuscivano a vedere piu' distintamente gli oggetti vicini compiendo uno sforzo volontario. Istintivamente per migliorare la propria vista la maggior parte di loro si sottoponeva a tensione nel guardare gli oggetti lontani.

In che modo lo sforzo per vedere oggetti distanti indeboliva la vista? Sappiamo che gli oggetti lontani venivano visti piu' chiaramente dall'occhio normale quando la muscolatura che controllava la messa a fuoco si trovava a riposo. Qualsiasi contrazione di questa muscolatura, prodotta dallo sforzo, metteva invariabilmente a fuoco l'occhio al punto prossimo e dava luogo a miopia funzionale. Quando l'occhio era a fuoco al punto prossimo, gli oggetti in lontana apparivano indistinti.

I principali fattori scatenanti della miopia negli scolari

L'occhio normale puo' mettere a fuoco oggetti vicini e lontani.

L'occhio miope puo' mettere a fuoco solo oggetti vicini. Evidentemente, la differenza principale tra i due risiede nella capacita' dell'occhio normale di vedere in lontananza.

Quando l'occhio normale si miopizzava, perdeva la capacita' di regolare la sua accomodazione per la visione distante, percio': Tutti gli individui con occhi nomali che non accomodano precisamente per la visione in lontananza diventano miopi.

Non era possibile altro. Era palese. La dimostrazione della miopia funzionale momentanea e' semplice. Guardate alle lettere di un cartello distante e osservatene la nitidezza. Se si possiede una vista normale, qualunque sforzo o tensione posta in essere fissando, socchiudendo le palpebre o mettendo a fuoco un punto piu' vicino, e' seguita dallo sfocamento delle lettere in lontananza. Nel 1910, con l'aiuto della tabella di Snellen, ho dato dimostrazione di cio' a 2000 scolari la cui eta' era compresa tra i sei e i venti anni.

Conclusioni

1. Tutti i bambini non mettevano esattamente a fuoco scritte sulla lavagna, figure, cartine, persone o altri oggetti distanti nuovi o inconsueti.

2. Essi si miopizzavano quando non riuscivano a accomodare opportunamente i loro occhi per la vista a distanza.

3. Si poteva prevenire la miopia insegnando agli scolari a mettere esattamente a fuoco i loro occhi su oggetti lontani.

4. Si scopri' che la tabella di Snellen risultava l'oggetto migliore da utilizzare per l'esercizio della vista in lontananza. Venne collocata in permanenza in ogni classe in modo che tutti gli allievi potessero vederla dai propri banchi. Essi vennero incoraggiati a leggere ogni giorno le lettere piu' piccole che erano in grado di vedere, con ogni occhio separatamente, coprendo l'altro con il palmo della mano in maniera tale da evitare pressioni sul bulbo oculare.

117 WEST EIGHTY-THIRD STREET



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